Cosa è Persona?
Persona è profondamente
indicibile ed incomunicabile. Non la si può dire esaurendo il suo contenuto.
Possiamo però parlare delle sue caratteristiche. Nella scorsa lezione abbiamo accennato al
Corpo, allo Spirito, alle Relazioni.
La famosa definizione di Boezio
suonava più o meno così : la persona è una sostanza individuale di natura razionale. In questo modo si
definisce che la persona è un individuo razionale.
Secondo voi
questo basta per dire chi voi siete?
Naturalmente
questo non basta.
Quando diciamo
che il centro dell’etica deve essere la Persona intendiamo dire che qualunque
cosa essa sia lei è il centro della nostra definizione di bene e di male.
Dal medioevo fino al secolo scorso identificando la persona con l’ambito
razionale, di fatto le si è negata ogni altra sua dimensione. In questo modo si
è ritenuto eticamente giusto ciò che giusto non era, e si è tacciato come
sbagliato e peccaminoso ciò che in realtà non lo era.
Il corpo in
questa definizione diventa qualcosa di secondario, quasi separato. Rientriamo
nel dualismo della filosofia greca che considera il corpo come un peso, una
prigione che rinchiude l’anima. L’anima, invece, è il principio razionale, che viene
assolutizzato rispetto alle altre dimensioni della persona, come può essere il corpo.
Tutto ciò che era corporeo veniva considerato sospetto di peccato.
In questa
definizione manca anche il riferimento alle relazioni interpersonali, alla
dimensione emotiva, che viene negata in quanto contraria alla dimensione
razionale.
Il matrimonio
quindi, che unisce tutte queste dimenisioni: razionale, emotiva, corporea e
relazionale, veniva declassato di fronte al celibato che veniva definito
superiore. Il celibe in quanto individuo e razionale, incarnava la persona in
quanto tale non soggetta a passioni, spesso irrazionali. Il matrimonio veniva
invece inteso come “remedium concupiscientiae”.
Per questo motivo l’etica non può
che essere fondato su una corretta concezione dell’uomo. Questo tentativo lo si
fa nella ricerca di una definizione della persona.
Persona sfugge alla
definizione, perché rimanda ad un qualcosa di molto profondo ed intimo, e
come tale deve essere rispettato. In questo senso si parla di dignità inalienabile della persona.
Alcuni degli elementi costitutivi
della persona sono la corporeità;
la dimensione intellettiva; La libertà; La dimensione emotiva e
creativa; la dimensione relazionale.
La questione della libertà è certamente un fondamento dell’etica,
ma non può esserlo da sola.
La libertà può essere definita
come la capacità di compiersi, di diventare se stesso, sviluppando le proprie
potenzialità nell’ambiente circostante. Ovvero la capacità di essere se stessi
nel tempo e nello spazio.
Questa libertà la esercitiamo
semplicemente vivendo, e compiendo le scelte importanti e quelle quotidiane
della nostra vita.
Insieme al concetto di libertà si associa sempre quello
di responsabilità. La libertà è
responsabile in quanto è legata alle conseguenze della azioni
deliberate. L’uomo in quanto capace di comprendere la natura delle cose, delle
azioni e delle conseguenze può scegliere seguendo di agire nel rispetto della
propria natura e della natura delle cose oppure no.
In altre parole un uomo è capace di capire cosa vuol dire
uccidere una persona, ed è per questo che può decidere di rispettare la dignità
della persona, oppure no. In ogni caso la sua azione sarà responsabile (delle
conseguenze)
I condizionamenti
La libertà può
essere condizionata, sia da fattori interni( egoismo, orgoglio, aggressività,
incapacità di dominare gli istinti), che esterni( ambiente, cultura, malattie,
fame, povertà).
Nella misura in cui la persona è libera dai
condizionamenti, allora può decidere, può scegliere (è libera), può progettarsi
e progettare, a partire da ciò che è fino ad essere ciò che può
essere.
Che vuol dire?
Nessun uomo nasce realizzato, tutti tendono alla
realizzazione di se stessi. La libertà è la precondizione per essere pienamente
persona in tutte le dimensioni che la costituiscono. Ma anche questa libertà
non è mai piena e si tende sempre a realizzarla, liberandoci dai
condizionamenti interni ed esterni che la costringono.
Tutti facciamo i conti con i nostri limiti, con la mancanza
di libertà, data dalla nostra immaturità( condizionamenti interni) e dalle situazioni
esterne. Per ottenere il risultato che scegliamo liberamente, dobbiamo lavorare
duro, imparare, crescere, lottare, lavorare.
La libertà è una precondizione ma anche sempre una
conquista, da conservare.
Lo specifico cristiano
In questo concetto di libertà sta nel chi è
quest’uomo, chi è questa persona. La persona è l’unica creatura che Dio ha
creato per sé. Ovvero Dio non ha creato l’uomo per un qualche ruolo all’interno
della creazione. L’uomo in questo è creato in modo totalmente gratuito e
libero. E lo crea “A Sua Immagine e somiglianza”: capace di Dio, lo crea persona, capace di
relazionarsi ed Amare. E’ questo il fine dell’uomo: avere una relazione d’amore
con Dio, fino ad arrivare ad una partecipazione alla sua natura divina.
La
libertà in Dio dunque diventa la possibilità di progettarsi come persona che
ama Dio ed il prossimo.
Quando non siamo capaci di scegliere Dio, di amarLo e di
amare il prossimo, spesso il risultato è il peccato, l’egoismo, l’ira… la
nostra immaturità, questa viene perdonata da Dio che ci dà la possibilità di
andare avanti, lo spazio per riconquistare la nostra libertà davanti a Lui
certo, ma anche davanti a noi stessi.
A volte però non c’è la mancanza di capacità di scegliere
di amare, ma la scelta
volontaria e consapevole di non amare ed a volte di odiare. Di fronte
alla scelta del male, Dio non ci forza per rispetto alla nostra stessa
possibilità di essere liberi, e quindi di Amare.
Ma anche di questa scelta l’uomo si può pentire seriamente,
può scegliere di tornare sulla via dell’Amore, della costruzione di se stessi
nell’orizzonte della volontà divina.
Spesso o meglio, quasi sempre scopriamo in noi stessi zone grigie, né bianche né nere. Ovvero pur restando nell’orizzonte di Amore, si compiono scelte incoerenti, ipocrite… zone d’ombra della nostra vita, a cui non sappiamo se la questione è la nostra volontà o la nostra immaturità, o entrambe. Di fatto registriamo la nostra chiusura, l’odio, l’egocentrismo…
In questi casi il cristiano, non può che mettersi nelle
mani di Dio e della sua infinita misericordia; nella preghiera, oltre al perdono
chiederà a Dio di aiutarlo a superare i propri limiti.
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